Taciturno d'una nave d'orizzonte con occhi alla riva carcere e libertà.
Nessun giardino ricorda questo tratto sbirciato pieno di coraggio non so
fra le punte di una ballerina a terra nelle sue ali bagnate di farfalla e parla.
Un profilo riesce a fuggire ripiegato com'è foglia staccata bagnata malleabile
e un vento freddo pensa alle ali che la memoria mette alle finestre accese.
Un volto quel buio di stanza due passi dietro il muro incanta le altre case
nell'aria delle risa senza fretta d'arrivare a quel dolore che già esiste inesausto ignoto.
Umano è il castigo che dopo la pagina che volta resta complice anniversario
il debole contro l'ostacolo il furto al cuore come maestro suo discepolo nudi.
Sente mente e sonnecchia una canna verso il mare come l'abito da festa nomade.
Un'altra svolta.
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