Parla in modo sensato ad uno stupido e questi ti chiamerà stupido.
C'è un solco improvviso su cui
mi capita di sedermi a testa china,
chiacchierare con le dita unte,
e poi sorridere, mostrando
sì e no quattro denti.
Non sono mai da solo,
il pensiero è come un'onda,
mi trascina e mi dà forza,
anche se l'acqua che
mi porto dietro
non è mai sufficiente.
A volte mi sdraio sotto un albero
sperando sempre di fare un sogno
che sia più grande,
un occhio mai finito che sappia riempirmi
di lucida abbondanza.
Mi piacerebbe svegliarmi poi,
e a piedi nudi fare un grande balzo,
salire sugli alberi spogli,
costruire una casa,
con un soffio leggero
fare nascere cento foglie, poi mille.
E tanti fiori, calendule e margherite,
rischiare di cadere in un fosso
per inventarvi un lago tutto io,
acqua trasparente e languida,
a forma di esse.
Il campo non è una meraviglia,
se brilla sono le pietre,
e il sole d'estate brucia,
non ci sono occhi capaci
di contenere più di un riflesso.
Eppure io sono lì,
con l'ansia che si trattiene a stento
tra lo stomaco e il petto,
non sono sicuro più di niente,
sarà per questo che non mi sento stanco.
Non grido, non lancio sassi,
non raccolgo i frutti
perchè non ho mai seminato.
Impasto terra e aspetto.